Come si disegna un dialogo e che tipo di dialogo costruttivo si può proporre in un’area così apparentemente vuota e senza nome. Sembra non esserci nessuno qui.
Eppure quando si cammina in quest’area, così a ridosso del centro, e così apparentemente vuota e silenziosa, si sente chiaramente un’eco di suoni. È come la sensazione che descrive Thomas Saraceno in Particular Matter(s) Jam Session, una delle sue ultime opere presentate a Palazzo Strozzi. Passeggiando in quest’area è come se riuscissimo a vedere il pulviscolo ancora agitarsi per gli eventi che si sono susseguiti nel tempo. Ognuno di questi cambiamenti ha generato un disturbo, un movimento, di cui ancora oggi vediamo le conseguenze vibrare nell’aria. Tuttavia gli effetti di ogni cambiamento non sono più distinguibili, ognuno si è fuso nell’altro creando una nube molto fitta in cui è difficile riconoscere e decodificare la realtà.
Così, storditi dalla sovrapposizione storica, immersi in una religione politeista che ci ha circondato di statue votive di cui non sappiamo più riconoscerne la natura, ci concederemo un attimo di pace, generando parole d’ordine per questa confusione che ci avvolge.
Attraverso questo muro, ricoperto di diversi attori, oggetti ed eventi che si susseguono in una lista interminabile di collegamenti, vogliamo iniziare a districare particella per particella il pulviscolo in cui siamo immersi. In questo modo costruiremo un dialogo sul vuoto apparente.
Leggendo le prossime pagine inizierete così a passeggiare non solo all’interno del quartiere ma in un percorso che vi porterà in nord Europa, in Asia, dentro Mediaset e in cave venti metri sotto terra. I suoni, le urla, il silenzio di commemorazioni e la musica per la strada fanno parte tutte contemporaneamente, di quello che oggi colma il silenzio delle strade in lockdown. Il vuoto visibile da cui parte questo percorso è in realtà integrato in una fitta rete di esperienze stratificate, lontane e vicine fra loro. Individuarle tutte significherebbe perdersene sempre di nuove, per questo noi ne identificheremo solo alcune, senza nessuna pretesa di esaurire e completare la narrazione di questo luogo, con l’obiettivo di rendere più trasparente questi muri e questa terra.
XM24, Student Hotel, FICO, l’Ex Telecom, così come ogni cambiamento all’interno del quartiere, vengono puntualmente visti come una rappresentazione del bene e del male, senza rendersi conto che non esiste nessun Dio e nessun Satana. Utilizzando una delle statue votive più potenti mai create, il contenitore di tutto e di niente, lo smartphone, potrete accedere a ciò che si cela dietro la rappresentazione visiva di questa ricerca e, se vorrete, potrete contribuire al dialogo che qui vogliamo iniziare. L’opera che abbiamo creato non è una risposta, è una domanda a cui tutti potete avere diritto di replica.
Cosa sta succedendo qui, oggi, in questo istante?
Ricerca completa su biopoliticanavile.tumblr.com
Progetto realizzato nell’ambito di “Disegnare dialoghi“, percorso che nasce attraverso un patto di collaborazione fatto tra associazioni (Serendippo, Vivere Mercato Navile, Mytos), Cittadini indipendenti della zona e Comune all’interno del progetto “Nausicaa” del Comune di Bologna per la formazione e l’inserimento al lavoro dei richiedenti asilo.